Friday, 17 January 2003

Ancora Auckland

Giornata lunga ma oziosa, impegnata in passeggiate lungo il mare, in una crocierina di un'ora e mezza e in una visita lampo alla Amerigo Vespucci (il sogno di una vita). Quindi posso dedicarmi a un po' di pensieri sparsi, a qualche riflessione dettata dalle esperienze di questi giorni. Prima di tutto, qui lo standard comunicativo delle persone e' gia' quello solito. Ti saluta qualcuno per strada - piu' spesso quando entri a curiosare in un negozio - ma in generale il clima e' drogato da questa ondata di velamaniaci da tutto il mondo. Quando nel 1995 qui e' stata portata la Coppa per la prima volta, si e' scatenato una specie di effetto Genova/G8: non hanno fatto nascondere i panni stesi ad asciugare, ma hanno drasticamente alterato l'aspetto e la fruibilita' del porto, che fino a quel momento aveva ospitato quattro pescherecci, due barchette da diporto e otto friggitorie di pesce. Via, spazzato via tutto ed hanno costruito la splendida marina che oggi si vede: appartamenti megalusso, hotels, boutiques, posti barca per transatlantici. Come mi raccontava Concetta, quando attracca una nave da crociera, lei non vede piu' fuori dalla finestra di casa sua - se e' fortunata, riesce a parlare con il signore che occupa la cabina con balcone in corrispondenza del suo salotto. Tutto ingigantito, tutto vitaminizzato, grazie all'America's Cup. Come dicevo al capitano della Pride of Auckland - una barchetta a vela che fa il giro della baia - ormai in Nuova Zelanda le ere si misurano in prima e dopo la conquista della Coppa. Sarebbe un disastro se Alinghi se la portasse via - per poi difenderla dove? Nel Lago dei Quattro Cantoni, pensavo io. Dove pagheranno di piu', mi ha ricordato Markus, che essendo svizzero e facendo il revisore a queste cose fa piu' attenzione.

Fuochi di paglia.

Parliamo un po' di un altro luogo comune: le polinesiane. Bene, per me la festa e' finita, qui - tutte queste simil-inglesine biondine e slavatine mi battono certamente a mani basse (era educativo sentire i commenti dei marinai della Vespucci su certe visitatrici...), ma il prodotto indigeno? Tutti hannno in mente il Bounty, il tamure', le collane di fiori. Sapete che Auckland, tecnicamente parlando, e' la piu' grande citta' polinesiana del mondo? Ebbene, quello che Marlon Brando non sapeva, ma che certamente ha scoperto poi - in parte sperimentandolo su se stesso - e' che le popolazioni di ceppo polinesiano tendono geneticamente all'OBESITA'. Ebbene, cari signori, se in Fantasia ci sono gli ippopotami con il tutu', beh, cercate di immaginarli con la gonnellina di paglia, ed eccole qui, queste icone del fascino orientale! (tutto questo e' ovviamente detto per pura cattiveria). Il sovrappeso e' generalizzato e soprattutto smisurato. Saranno gli effetti di una dieta stravolta, fatto sta che l'effetto e' devastante.

Amerigo Vespucci

Due minuti di gloria per la Vespucci: bella da morire, tirata a lucido come uno specchio. Manco a dirlo ho attaccato bottone con uno dei raggazzi, il quale stava disperatamente cercando di tradurre il motto della nave "Non chi comincia ma chi persevera". Ma come, non vi fanno fare i corsi di inglese in Accademia? Eh, bisogna averla fatta, l'Accademia. Mi sono fatta spiegare allora come era composto l'equipaggio in questo momento: 250 persone, ma i cadetti ("i ragazzetti") salgono a bordo solo in estate nel nostro emisfero. Per il resto, come sempre, tutto e' in mano ai sottufficiali. E chi lucida? un po' i marinai di leva e, quando ci sono, i "ragazzetti". Chiunque sia, fa proprioun buon lavoro. Ci hanno messo 6 mesi ad arrivare - 4 di vera navigazione - e il pasticcio piu' grosso l'hanno trovato nel mare delle Baleari... uno si immaginava chissa' che avventure nel Pacifico, e invece... Tanto per rimanere in tema Vespucci, un signore che mi vedeva fotografere le barche mi ha chiesto quale volessi comprare. Ci ho pensato un po' e poi gli ho detto che (in parte) ne avevo gia' una - la piu' bella di tutte. Sono soddisfazioni, si pagheranno le tasse ben per qualcosa...

Televisione

Pubblicita' socialmente utile: la guardia costiera invita i cittadini ai corsi gratuiti di aggiornamento sulla navigazione a vela... si temono gli ingorghi... Moltissima roba importata dall'Inghilterra: persino Coronation Street, che non si trasmette piu' da anni! In generale anche per i film sono un po' indietro - qui devono ancora uscire pellicole che mi sono ampiamente ripassata in aereo venendo fin qui. In compenso ho potuto apprezzare le belle lezioni di cucina di Nigella Lawson, che come mi raccontava Monica, effettivamente ha un modo molto sensuale di proporre le proprie ricette - tanto da essere censurata... E allora parliamo di pubblicita' censurata: le lettrici non possono non ricordare lo spot del profumo Lacoste: bianco e nero, ottima forografia, musica intrigante... e soprattutto un gran pezzo di figliuolo integralmente nudo, che di spalle lascia vedere quanto di meglio un uomo in stato di rilassamento puo' mostrare. Ebbene, la versione neozelandese e' stata "riveduta". Il fustacchione qui indossa un paio di pantaloni bianchi, che molto tolgono al senso della pubblicita': infatti cosa pensera' la misteriosa presenza che al termine dello spot entra dalla porta? Sicuramente questa volta potra' fare giusto qualche apprezzamento sulla qualita' del candeggio, ma la cosa finisce li'.

Coriolis

Ho finalmente fatto (due volte) il test: lavandino pieno e piccoli pezzi di scottex. Ebbene, il vortice inequivocabilmente girava in senso ORARIO. Abbiamo finalmente confermato che il signor Coriolis non contava palle.

Cibo

Non ho molto scritto di cibo, in questo pseudodiario di viaggio. Anche perche' la degustazione non rientrava fra gli obiettivi. In Egitto e a Bali l'obiettivo era di non prendermi qualche accidente, facendomi tentare da qualche cibo di strada. Infatti in entrambi i luoghi con un abbondante colazione e un micro pasto alla sera (leggi biscotti o poco piu') sono stata piu' che bene. La logica adottata e' sempre stata quella di mangiare solo quando sentivo fame. E facendo un esame di coscienza ogni volta, la maggior parte dei casi riconoscevo dei puri capricci o delle curiosita' alimentari facilmente reindirizzabili. Sono certamente calata un paio di chili (forse piu') senza nessuna fatica (sono pure abbronzata, insomma uno schianto - peccato che quando saro' tornata tutto l'effetto sara' svanito). In Egitto devo ricordare la cena con Essam e a casa si Azza - ma non voglio dimenticare anche i Tamiyya (i felafel in egiziano) che il maitre dell'Hilton mi fatto fare "espresso" quando ha notato che ne stavo lasciando uno nel piatto. Lo avevo preso al buffet, ma era freddo e non tanto buono. Non le piace? No, e' buono, forse e' un po' troppo speziato... e il maitre si e' scapicollato a portarmi il cuoco, che me ne ha preparati ben 8 su misura, caldi caldi, stupendi - ne ho mangiati quattro e sono uscita rotolando dal ristorante. Memorabile Hilton. Qui ad Auckland ho voluto provare il vino. Di Waiheke si dice che e' l'isola dei vigneti. In generale in Nuova Zelanda si sta assistendo allo stesso rinascimento enologico che si sta verificando da noi... ma, ahime', la materia prima non e' la stessa! Sono andata ad un ristorante sul porto (un chiodo fisso) e mi sono fatta un pezzo di filetto da 200 grammi, cotto fai-da-te sull'ardesia calda. Ho chiesto del vino per accompagnarlo - Pinot Noir (ho chiesto se era vinificato in rosso, prima di andarci subito su... hai visto mai? dopo il lambrusco bianco bevuto a Londra...) - piu' di 10 dollari (11.000 L. e sblisga) ma veniva dalla provincia di Nelson ed era il migliore della lista. Carne ottima, vino pessimo - alcoolico ma piatto. Diciamo che bere al calice non e' un gran bere, ma francamente per il costo di una pizza mi aspettavo di meglio. Chiusa la parentesi enologica.

Blackout

Con domani alle 16.00 (in Italia saranno le 4.00 del mattino), comincia il blackout per il mio cellulare - niente chiamate, ma ancor peggio niente SMS. Vado in una landa incivile popolata da frequenze aliene e bizzare. Quindi rimane solo l'e-mail (donatella_sono_io@yahoo.it) o... potete farmi avere i messaggi al Waldorf Astoria - ce ne e' solo uno a New York. (come qualcuno mi ha fatto notare, anche aziendalmente la scelta dell'hotel e' corretta... meglio di cosi' poteva esserci solo un Armonk Astoria o un Segrate Astoria) - trovate voi il modo, sarebbe bello trovare vostre notizie nella mia casella di posta laggiu'. Tornero' online con il telefono giusto giusto il giorno del mio compleanno, il 24 alle 7 del mattino, meridiano di Greenwich questa volta. Per il resto la saga di questo sito continua!

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