Wednesday, 22 January 2003

Extraterritoriale

Ultimo giorno completo a NYC: sempre piu’ freddo – temperatura da Riviera d’inverno, ma in Farenheit! Il primo giorno ho anche assistito ad una nevicata lampo – splendeva il sole, ma la neve turbinava ovunque: molto cinematografico, durata tre minuti esatti. Per il resto il sereno e il gelo perdurano, domani e’ prevista una massima di 17 ed una minima di 9 (Farenheit! Fatevi fare la conversione da Christian Dior!)

La donna che visse due volte

Rifletto un attimo su quanto e’ stato strano il mio 19 gennaio: come dovro’ conteggiarlo, nella mia vita? Sono partita al pomeriggio da Auckland e sono arrivata alla mattina dello stesso giorno a Los Angeles. Meraviglie della Linea del Cambio di Data. Fa impressione – ed e’ difficile farlo capire al datario dell’orologio, dannazione! Phileas Fogg ci ha vinto la sua scommessa, con questo scherzo…

America e tutti gli altri

Bandiere ovunque, di tutte le dimensioni: e passi… quello che passa molto meno e’ il martellamento ossessivo di tutte le reti televisive riguardo alla Guerra. Iraq Countdown, si chiama una rubrica giornalistica. Ogni telegiornale non parla delle possibilita’ di pace, ma solo ed esclusivamente della Guerra imminente – sembra che gli unici coglioni che ci credono ancora, in una soluzione diversa, siamo noi europei. Alla premiazione dei Golden Globe, quel mattacchione di Pedro Almodovar ha vinto (ancora!) e nel suo discorsetto di ringraziamento e’ stato l’unico ad augurarsi la pace – applausi moderati, mai piu’ rivisto in nessun telegiornale, al contrario di Sharon Stone, che ha gigioneggiato con Richard Gere, o di Kim Cattrall (la Samantha di Sex and the City) che ha confessato di aver perso il conto degli uomini con cui e’ dovuta andare a letto per vincere il premio… E allora, che cosa ho fatto io, nel mio piccolo? Oggi ho visitato la sede dell’ONU. Piu’ che turismo, una testimonianza. Le visite guidate portano in giro per le grandi sale – ed e’ stato commovente vedere dove il Consiglio di Sicurezza si riunisce – anche se visitare una sala vuota non ha dato l’impressione di un grande impegno sul pezzo… Una esperienza forte comunque – anche perche’ (sara’ un’impressione?) si coglie davvero l’estraeneita’ (piu’ che la extraterritorialita’) delle Nazioni Unite rispetto a New York. Se Rockfeller Jr. non avesse avuto questa idea balzana di regalare un pezzo inestimabile di terreno a questi rompicoglioni di Caschi Blu… la sede centrale dell’ONU sorgerebbe a Parigi o a Toronto o chissa’ dove.

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