Wednesday, 22 January 2003
Uptown Girl
Tempo di bilanci, quindi? Al West Side proletario e reminescente dell’immigrazione preferisco la stagionata plutocrazia dell’East Side: Times Square e’ un’accozzaglia di cartelloni schiamazzanti, molto meglio la classe della Quinta Avenue. Diciamo che mi e’ piaciuto mangiare un donut con il caffe’, acquistato in uno dei carretti all’angolo delle strade – 1$ per tante calorie – ma vado pazza per il mio accappatoio bianco con lo stemma dorato del Waldorf Astoria sul petto… Oggi Little Italy e Chinatown – piu’ per dovere di cronaca che altro: una lunga teoria di pizzerie non e’ poi cosi’ eccitante – e nell’anatra alla campagnola ci hanno lasciato le ossa, maledetti musi gialli (peraltro questo bell’internet café’ estremamente bello ed economico e’ gestito da loro…). Domani penso che mi rifugero’ o al Metropolitan Museum (temo un po’ una delusione) o da Macy’s (Bloomingdale’s e’ un po’ proletario, se paragonato a Bergdorf Goodman – una grande magazzino quieto e distinto, ovviamente strapieno di firme italiane…) A parte cio’, avendo Montenapo (o la Galleria Cavour) a portata di mano, qui di sorprendente c’e’ ben poco. D&G ovunque, Fendi come se piovesse, Armani in tutte le forme… insomma, ci siamo solo noi!
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