Wednesday, 8 January 2003
Ancora Bali
Ho trovato un internet cafe' che costa un terzo dell'hotel e quindi proseguo - "raccontare il viaggio" e "raccontarmi in viaggio" sono parte dell'esperienza, quindi a costo di rinunciare ai souvenirs, continuero' ad investire in racconti. Restituendomi i biglietti aerei che aveva appena confermato per me, Essam mi ha chiesto se mi divertissi, a girare il mondo cosi', da sola. Non ho potuto rispondergli con molta sicurezza, avendo appena avviato il mio giro, ma ora sento di poter affermare che, si', mi diverto, e tanto. Innanzitutto osservare il mondo e' sempre un piacere per me - il fatto di essere da sola e' francamente un aspetto che colpisce piu' gli altri - io non mi sento affatto sola, anzi, il fatto di andarmene in giro cosi' mi consente di conoscere altri, che altrimenti, pur con tutte le migliori intenzioni, se ne starebbero alla larga. Mi trovo spesso ad osservare in questi giorni le coppie di occidentali che alloggiano negli stessi alberghi... piu' che coppie sono monadi - chiuse persino ad uno sguardo, ad una parola di piu' da scambiare con i camerieri o con i passanti. Tutte cosi' impegnati a difendere i propri spazi, si leggono la Lonely Planet e non rispondono nemmeno con un sorriso a chi semplicemente augura loro una buona giornata. Abbiamo perso l'abitudine alle gentilezze senza secondi fini - che, credetemi, esistono anche in questi paesi drogati di turismo, in cui lo straniero e' solo un pollo da spennare. Vero e' che nella Rimini degli anni sessanta, prima che le discoteche alla moda esistessero (c'erano le balere) e prima che addirittura si permettessero di selezionare i clienti, la sensibilita', pur con espressioni diverse, doveva essere la stessa. E allora parliamo di Bali, di questa gabbia dorata, dove domina il gusto per la decorazione a tutti i costi! Persino i distributori di benzina sembrano templi, qui... Nusa Dua, dove si trova il mio hotel, e' praticamente un ghetto di lusso: solo resort circondati da bellissimi parchi - palme, bambu' e alberi di albizzie julibrissin dai fiori color del fuoco, farfalle ovunque... Il primo giorno l'ho passato nell'ozio piu' completo - ebbene si', mi sono anche un po' bruciata camminando lungo la spiaggia... mentre voi eravate a mezza gamba nella neve o con la bora a 120 km/h. I vucumpra' esistono notoriamente anche a Bali... hanno casacche dello stesso colore e sono numerati, tanto per poter essere tenuti sotto controllo. Sono molto discreti per i nostri standard ed oltre alle solite paccottiglie vendono noci di cocco da bere, sarong e massaggi. L'hotel e' pieno di russi e lituani - belle cavallone bionde e sollevatori di peso dalla testa rasata. Ma siamo lungi dall'avere il pienone, quindi la quiete regna sovrana. Le stanze si affacciano su terrazzi (un hotel di ringhiera, per dirla alla milanese) ed ogni terrazzo si affaccia su un giardino - potos, poliscie ed ibischi sono rigogliosi ovunque, le fontane gorgogliano, le tortore tubano. I cestini della spazzatura? orci di terracotta pieni di sabbia sulla quale gli uomini delle pulizie tracciano segni bene auguranti. Aaaargh! Ma quanto troppo bello e' questo posto? mi mette a disagio! Nel parco dell'hotel sono disseminate statue di pietra che l'umidita' rende vetuste - piove a dirotto tutte le notti. Le statue piu' sacre (a Bali tutto e' sacro e la gente passa gran parte del proprio tempo facendo offerte di piccoli vassoi ricolmi di fiori dolcetti ed incenso) sono adornate di tessuti a grandi scacchi bianchi e neri o bianchi e blu - farebbero la felicita' della Sora Mara (garbata gestrice di una trattoria di Porano, vicino ad Orvieto), infatti tutto sembra coperto di tovaglie da osteria dei castelli romani, ma in realta' l'alternarsi dei colori rimanda all'alternanza fra il bene e il male che alla fine dei guai riporta all'armonia del cosmo. A proposito di armonia, qui sono ancora tutti scioccati dalla bomba di Kuta - non se l'aspettavano davvero. Oggi il signor Made (l'autista preferito del signor Morita) mi sta portando a spasso. Prima tappa, la foresta delle scimmie sacre (pure loro). Orbene, per quanto qualcuno che aveva molto nascondere una volta mi dicesse che gli ricordavo una scimmia, per la mia curiosita', in realta' io non nutro alcuna simpatia per queste bestiole (il mio animale totem e' evidentemente il gatto). D'altra parte lo spettacolo dato dai turisti russi assaliti dai macachi e' stato impagabile. I cartelli in inglese dicevano chiaramente di stare attenti nel dare il cibo alle scimmie, ma evidentemente l'inglese non e' ancora molto diffuso nell'est europeo... matrone ex-sovietiche urlavano come bertucce cercando di torgliersi di dosso i graziosi animaletti, i quali con pervicacia pretendevano di avere non solo la mezza banana di acconto, ma anche il saldo che le sventurate si ostinavano a tenere in mano. Un balinese che ha attaccato discorso con me non ha potuto fare a meno di notare quanto le signore russe suonassero come scimmie a loro volta. Made mi ha portato a vedere un tempio un po' sopravvalutato (grande gancio), le risaie a terrazza... ma ovunque Bali sembra il supermercato del "carino" - in ogni strada qualcuno produce e vende sculture in legno o in pietra, batik, animali scolpiti, dipinti tradizionali... tutto da portare a casa... ma la vita vera dov'e'? Molto meglio i villaggi con le piccole risaie, le donne che fanno il bucato nei fossi ingrossati dalla pioggia notturna, gli studenti in uniforme che escono da scuola (le bimbe hanno tutte invariabilmente le trecce) o il bagnino che canta aspettando il turista che voglia fare paragliding o waterski. Uhm. Questa Bali sembra un depliant. Concludo raccontando della mia camicia. Ho passato due giorni facendo la valigia - ho scelto con cura tutto quello che dovevo portare con me, fra cui una camicia azzurra con ricami bianchi, che mi e' sempre piaciuta molto (non si deve stirare!). Purtroppo due cuciture hanno cominciato a cedere ed ho deciso di lasciarla qui, non avendo il cuore di buttarla... e mentre la appendevo nell'armadio, contando di abbandonarla alla partenza, ho visto l'etichetta: diceva - e l'ho letta per la prima volta - Made in Indonesia. In fondo e' stato come riportarla a casa sua.
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