Sunday, 5 January 2003
Il Cairo
Ebbene, anche al Cairo esistono gli Internet Cafe'... Dopo tre giorni di Egitto allo stato puro, direi proprio che l'Egitto di oggi e' molto piu' appassionante di quello di ieri. Anzi, direi che comincio a trovare quasi offensiva l'insistenza che il turista medio dimostra per le pietre del passato, piuttosto che per le folle del presente. Non vorrei sembrare incoerente - e' del tutto vero che ho scelto questa tappa per visitare il Museo Egizio e le Piramidi = il piano e' stato portato a termine con la consueta efficienza (Cosimo sarebbe orgoglioso di me!), ma la cosa di gran lunga piu' eccitante e' stato non tanto quello che e' avvenuto nel Museo (una congerie ottocentesca di sale male illuminate che contengono tesori inimmaginabili veramente male esposti) - ma quanto e' avvenuto nel cortile subito fuori. La visita di per se' ha avuto momenti commoventi: il trono di Tutankhamun mi ha fatto davvero venire le lacrime agli occhi - sciocca turista europea travolta da folle di altri turisti che guardano consumano toccano e se ne vanno. Ho passato almeno 6 ore - la gente aumentava e diminuiva come la marea, tutti intruppati dalle loro guide locali che parlavano con sorprendente perizia italiano inglese francese tedesco russo giapponese e che soprattutto li facevano circolare con la stessa abitlita' di un cammelliere con il suo branco di gobbuti. Via da tutta questa foga! la mia visita almeno ha avuto il tempo che desideravo - ho potuto rivedere le sale piu' significative, ho scritto, ho disegnato, persino. Insomma, al di la' dei limiti espositivi, il Museo mi ha soddisfatto in pieno. E cosi' sono uscita e come prima cosa mi sono seduta sul muretto di fronte all'ingresso - per dare un'occhiata alla costosissima guida che avevo comprato, ma anche per tentare di mangiare una di quelle barrette sostitutive che ho avuto la bella idea di comprare. Rivoltante - quindi e' stato con piacere che ho interrotto il mio diligente mastichio per rispondere a una gentile signorina che mi ha rivolto la parola. " Mi chiamo Azza, hai voglia di parlare con me? vorrei fare pratica di inglese" La risposta non poteva che essere positiva - abbiamo parlato di tutto un po' ed ho scoperto che Azza ha 17 anni e potrebbe essere la sorella egiziana di Rossana Molino. Vuole studiare architettura e soprattutto ha un sorriso disarmante come Rossana. Da qui una considerazione riguardo le Guide della Lonely Planet. Cara Annamaria, so che le ammiri tanto, ma contengono veramente un sacco di (scusate il francesismo) stronzate. Infatti, la sera quando mi sono riletta le pagine relative al Museo il warning era chiarissimo: diffidate da chi vi attacca bottone davanti al Museo! sicuramente vorra' rifilarvi qualche sola! Ma ormai io avevo gia' detto ad Azza che il giorno dopo sarei andata alle Piramidi e lei si era offerta di venire con me per accompagnarmi. Fin qui, dove stava il problema? posso avere io timore di una fanciulla di diciassette anni che pesa come la Rossana? di lei no, ma Azza ha anche un gran pezzo di fratello - di nome Tamer. Uno schianto: alto e moro e fin qui niente di sorprendente = un avvocato, mi ha detto lei presentandomelo - ma che fa un avvocato davanti al Museo alle 4 del pomeriggio? Quindi il giorno dopo Azza e Tamer mi avrebbero portato nel deserto, mi avrebbero rapinato e sgozzato certamente. Niente di tutto cio' Le guide della Lonely Planet cercano di infondere una diffidenza da neocolonialisti a dir poco disgustosa - gli egiziani sono gentili e ospitali (Azza e' un po' preoccupata delle mani morte sugli autobus, ma non sa che posso spezzare un setto nasale in tre punti con una gomitata) - cosi' il mio primo giorno e' terminato con un appuntamento per il seguente - in un susseguirsi di pentimento e di preoccupazione a causa della maledetta LP. Devo citare la piscina riscaldata dell'Hilton? No, e' solo un dettaglio operativo. Il giorno dopo Giza - niente fratello, quindi nessun timore: le piramidi sono degli straordinari mucchi di sassi - ammetto di essere un po' riduttiva, ma in fondo e' proprio cosi'. La cosa piu' notevole e' che ti compaiono ad un tratto al finestrino dell'autobus, facendoti trasalire. Per il resto cio' che la guida dice e' vero - cammellieri stallieri e rompicoglioni vari ti assalgono continuamente (Azza era una tigre, guai a chi insisteva troppo!). Sono entrata nella piu' piccola (porto ancora qualche bernoccolo) - l'ambiente e' claustrofobico a dir poco - ed e' tutto quello che si puo' dire. Straordinario e' il contrasto fra il Cairo e i suoi palazzoni da un lato e il deserto dall'altro. La Sfinge, effettivamente, e' piu' piccola di quanto non la si possa immaginare - Obelix non avrebbe avuto tanta soddisfazione ad arrampicarcisi su. Ma il clou della giornata e' stata la compagnia di Azza, che mi ha raccontato delle sue aspirazioni, che mi ha spiegato perche' porta l'Higab - il velo, se cosi' si puo' dire - che mi ha anche insegnato a metterlo e che oggi mi accompagnera' a comprarne uno. Infatti oggi sono ancora con lei e con il fratello, che continua a ripetermi che i miei occhi sono come il mare e che che non vuole sposare un'egiziana - povero caro, cosi' bello e cosi' abile nel cercare i due di picche - ma dal momento che ha 24 anni, sono tutto sommato soddisfazioni (qualcuno fra i lettori tanto preoccupato dell'eta' propria e degli altri dovrebbe riflettere...) La sera l'ho passata con Essam, il responsabile della Turisanda (anche lui mi ha dato 15 anni di meno, sapete? come fai a dire che questo e' il viaggio dei miei 40 anni? fanno delle facce cosi' avvilite...) parla perfettamente italiano e mi ha portato per il Cairo notturno - grande serata, bevendo te' alla menta da Fishawy (il piu' antico caffe' del Cairo) e mangiando kebab... tempo scaduto ragazzi, ci risentiamo da Bali...
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