Wednesday, 8 January 2003
Bali
Comincio con il ringraziare per i mail = cari tutti, oggi vi leggo ma non vi rispondo, la connessione via satellite da Bali e' lenta da morire. Continuate a scrivermi, siete una grande compagnia. Torno all'Egitto, perche' alcune riflessioni mancano ancora per completare il quadro. Walk like an Egyptian Vi ricordate la canzoncina delle Bangles? ebbene camminare come un egiziano si rende necessario ogni qualvolta al Cairo si voglia attraversare la strada - non ho mai visto tanti pedoni dall'apparente tendenza suicidale come in Egitto. Ci si butta dove e' peggio, le auto non ci pensano neanche a rallentare, ma dopo un po' ci fai l'abitudine. Tamer ha colto l'occasione per prendermi la mano un paio di volte, per condurmi in salvo - quando l'ho visto sfidare camioncini a tutta velocita' ho dovuto impormi e scegliere il marciapiede - dubito che anche la forza ideale del suo romanticismo potesse prevalere contro una massa lanciata a piu' dei 100 km/h. Romanticismo E riparlo di Tamer. E' stato bellissimo parlare con lui e del suo modo di vedere la vita e le relazioni. Prima di tutto, alla mattina aveva insistito per portare me ed Azza in un luogo evidentemente molto caro al suo cuore - un bel parco dalle parti di Nasser City. Mi ha raccontato di essere per l'appunto un romantico - di giudicare in primo luogo con il cuore se una donna fa per lui (ed e' qui che mi sono preoccupata quando ha cominciato a dire che i miei occhi sono come il mare - ma poi si sara' accorto che uno e' come l'Adriatico e l'altro come il Tirreno? Poco male.) Tamer scrive poesie e canticchia fra se' e se' quando cammina. La notte non dorme e parla del suo futuro amore con gli amici, guardando la luna. Ho trovato bello incontrare una persona diversa da quelli che erano gli incarogniti ingegneri che frequentavo alla stessa eta' - preoccupati solo di fare carriera ed eventualmente di riuscire finalmente a conoscere biblicamente una donna (gli ingegneri maschi sono notoriamente specie tardive...). Auguro a Tamer di trovare qualcuna come lui - dopo essere stato brutalmente mollato da una fidanzata che si e' lasciata convincere a sposare un ingegnere con i soldi e il Mercedes. E di trovarla presto, perche' anche gli ormoni arabi prima o poi... La sera ha insistito per portarmi a visitare un orfanatrofio che frequenta abitualmente, una sorta di istituzione dove i bambini abbandonati trovano una parvenza di famiglia. Voleva farmi vedere quanto gli piacevano i bambini? E' stato indimenticabile conoscere anche Mama Mounira, una signora gentilissima che vive in permanenza con otto bambini di diverse eta' - e tutti invariabilmente bellissimi. La famiglia Seif Azza mi ha portato a casa sua la sera - e ho avuto il piacere di conoscere l'intera famiglia Seif. Non avrebbero potuto accogliermi meglio - mi hanno davvero fatto sentire parte del loro mondo, mi hanno offerto la cena con una generosita' commovente, abbiamo fatto foto tutti insieme come vecchi conoscenti. Tutta la famiglia e' composta da papa' Seif (che non ho incontrato, dato che fa il poliziotto e lavora fino a tardi), dalla signora Tamila (che si e' messa il vestito della festa per le foto), dal fratello Ahmed (piu' piccolo di Tamer) e dalle sorelle Hand, Marwu ed Amira (oltre ad Azza). Tutti sono degli studenti formidabili e hanno uno sguardo indimenticabile. Mi hanno fatto spergiurare di tornare in Egitto (e ci tornero') e di stare di piu' con loro (e certamente non manchero'). Una famiglia ce l'ho gia'. Essam Essam mi ha fatto passare una piacevole serata in giro per il Cairo, parlando con gusto di religione (con un'agnostica come me effettivamente puo' esserci gara...) e di mille altre cose. Ha studiato dai salesiani ed e' perito meccanico - non fara' certo l'accompagnatore Turisanda per sempre, anche se mi dispiace per chi non avra' modo di apprezzarne la simpatia. Mi ha lasciato un portafortuna che porto sempre con me (quattro monete da 25 piastre), assieme alla collanina di Nefertiti che mi ha dato Azza all'aeroporto prima di scappare via e piangere forse un po'. Questi due oggetti, assieme alla bussola (che, confermo, continua a segnare il Nord) sono un invincibile schermo contro tutte le sfortune del viaggio. Anche con Essam il patto e' di tenersi in contatto, e spero che venga a leggere anche queste pagine presto. Dubai E chi se l'aspettava? l'aereo ha fatto scalo e naturalmente una mezz'ora in giro per l'ereoporto l'ho passata - palme finte, sale come cattedrali e baretti per degustare ostriche e caviale... davvero le mille e una notte fatte aeroporto. So comunque che dovro' tornarci, prima o poi. Singapore E via con un altro aereoporto cult! Stagni con carpe giganti, giardini di orchidee, tour della citta' organizzati per chi fa transfer con lunghe attese... ma ne riparlero' quando torno da Denpasar ed avro' giusto 5 ore da impiegare Il signor Morita Il signor Morita e' un giapponese - e' la ventesima volta che viene a Bali - le prime volte per correre la maratona, poi per passarci qualche mese ogni anno. Era seduto accanto a me in aereo, mi ha chiesto se ero europea, mi sono presentata in giapponese e via cosi' conversando. E' stato molto gentile, tanto da offrirmi un passaggio dall'aeroporto all'hotel... e sono certa che lo vedro' di nuovo. Per i curiosi, il signor Morita e' nato nel 1936 (come ho appreso aiutandolo a compilare le carte per l'immigrazione... il suo inglese non era sufficiente...). Ragazzi, mi sono rovinata, stavolta, di Bali vi parlero' piu' avanti, ma entro un paio di giorni... e vedremo che racconta Coriolis da queste parti!
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